Vagavo per le vie del centro di Roma e vidi un barbone furi della Galleria Sordi. Fu questa vista a darmi l’indicazione di entrare nella libreria interna per comprare Trainspotting, il libro.
Ricordavo che, dopo aver visto il film al cinema nel 1996, essendo rimasto affascinato dalla struttura e dall’interpretazione dei personaggi, anche se giovane, mi ero informato sulla natura della storia romanzata scoprendo che era la visione cinamatografa del libro omonimo scritto da Irvine Welsh, e che nel libro si spiegava il perché di questo nome Trainspotting che si riferisce ai disoccupati che guardano i treni passare per far scorrere il tempo.
Se hai visto il film, ti posso comunicare che il libro uscì in Inghilterra nel 1993 (Italia ’96), e che dei personaggi importanti, nello scritto ve ne è uno in più, e tutti parlano in prima persona come voce fuori campo nei diversi capitoli, ma il protagonista è quello che ha molto più da dire. Non è specificato chi sia a narrare all’inizio di ogni capitolo, lo si capisce dopo poche righe (forse).
È la storia di un gruppo di giovani che non conosce limiti nella delinquenza e nell’uso di droghe di ogni tipo, ed i personaggi che ne fanno parte sono il protagonista Mark, lo sbandato Spud, il violento Begbie, il bello Sick Boy, Davo e Tommy. Non è un gruppo d’azione per qualche ideale, ma un gruppo che agisce per non averne.
Tra i personaggi ne compaiano tanti altri, tra parenti e amici alla lontana, e tutti hanno quel non fare come non ideale.
Se hai visto il film, puoi trovare alcune differenze evidenti, quello che capita sempre nei libro/film, ed in questo caso ti accorgerai che al cinema, ci sono anche i buoni, nel libro non esistono.
Nel libro oltre Spud, a fare il colloquio per fingere di proporsi per il lavoro, visto che in Inghilterra ai disoccupati viene dato un contributo economico, ci va anche Mark, ma è Spud a far sorridere di più perché, come risulta nel film, cerca di fare il serio dopo essersi drogato, e quel suo “Non per dire… ” è presente in ogni sua esposizione verbale per tutto il libro.
Raccontare le peripezie della storia non ha un gran senso, perché il libro è composto in maniera totalmente disordinata, ma scorre. Mark evidenzia che l’eroina è il modo per far sparire il mondo, sul mondo che nel bene e nel male è cattivo. Essendo un ragazzo di buona cultura poiché aveva studiato prima di drogarsi e rubare, prende in giro chi sceglie la vita, perché è uno che segue la massa e non ha idee. Anche lui non ne ha, ma, dice, non segue nessuno.
Una differenza importante film/libro riguarda i genitori di Mark, che nel film compaiono buoni e cercano di disintossicare il ragazzo, nel libro c’è solo la madre che fa parte del gruppo e si droga con loro, ma forse un po’ meno del figlio.
Questo libro mi ha aiutato a comprendere che non c’è comprensione, mi ha aiutato a cercare quel che trovi, mi ha aiutato a fare prima di pensare. Mi ha aiutato a imbrogliarmi. Mi ha aiutato a scegliere.
…Scegliete la vita. Scegliete u lavoro.Scegliete una carriera. Scegliete una famiglia. Scegliete un maxi televisore del cazzo…
Oppure…
… La verità è che io sono cattivo, ma cambierà, io cambierò… Lontano dai guai, a tirare avanti, guardando avanti, al giorno in cui morirai…
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