Tutto nacque in quella giornata particolare, ma il dire tutto è forse troppo.
Gli sguardi s’incrociarono quelle poche volte, e il poco non può esser tutto.
C’era stato un richiamo soggettivo che oggettivamente non coglievo.
Come potevano pochi brevi sguardi cambiare ed accrescere il proseguo del mio percorso?
Beh, è certo che avevo già compreso il fatto che bisogna scriver piano, sussurrare l’intelletto per solleticare il cuore.
Dialoghi lungi e tenui furono la risposta di entrambi, sempre di me e di lei, accompagnati dal soffio dello sguardo.
Chiacchierate telefoniche sincere, ma sommerse dai timori.
‘Lei forse non mi crede. Lei forse non capisce‘.
Ed io giù a scriver che sarei sparito, con la speranza che lei sarebbe apparsa.
Il timore auto indotto mi faceva fare assurdità, e non scrivevo piano.
La paura di sbagliare è un errore, poiché è anche attraverso gli sbagli che si comprende la giusta via.
L’inventare fantasticherie può apparire anche romantico, ma non esplicita la reale ammirazione, il sincero affetto.
Mai vi fu quel bacio, ma il mai dire mai è sempre esatto.
Nelle mie romantiche fantasie vi fu, ma s’incentrò negli occhi chiusi, nei sogni.
Mi svegliai troppo tardi, ma ancora ogni tanto dormo. E sogno.
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