SanPa

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La mia gioventù adolescenziale, non è lontanissima da quel nome che sentivo spesso e che, a tutt’oggi, è ancora pronunciato, solo che ai tempi non sapevo esattamente che fosse, e ora so che posso chamarlo: Sanpa. (il mio video)

Sanpa è un documentario drammatico, puntate di una serie con cinque episodi, prodotto in Italia nel 2020 da Gianluca Neri e distribuito da Netflix, che racconta con immagini reali i retroscena della Comunità di San Patrignano. Non ci sono attori.

Video anche amatoriali, ci portano alla fine degli anni ’70, e delle voci passate e odierne ci raccontano l’allargamento del mercato della droga a basso prezzo, operato soprattutto dalla Mafia.

C’è un uomo che vuole fermare questo male: Vincenzo Muccioli, che fonda una comunità nella quale vuole aiutare i tossicodipendenti, e per raggiungere questo scopo, lo si sente affermare “Se volete iniziare (a perdere la dipendenza), poi non potete scappare”.

Vincenzo Muccioli

Probabilmente nei suoi pensieri di quell’epoca, aveva per la testa di farlo divenire quel posto di San Patrignano,  come un gruppo di persone che si aiutassero l’un l’altro, ma era difficile immaginasse che quella che lui considerava una famiglia, sarebbe divenuta quel  che poi ha raggiunto.

Muccioli era visto e considerato da molti un animo nobile, come da altrettanti, uno stregone, sono spiritista ed un ciarlatano.

Di qui iniziano i racconti degli ex tossici che iniziarono questo percorso.

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Ci tengo a riferirti che io ero un bambino negli anni ’80, e che questa San Patrigano per me non era altro che un’insieme di tossici aiutati in un posto che era una sorta d’ospedale.

Dal nome, all’epoca, supponevo fosse un centro religioso, ma ero un bimbo, un infante quando si iniziò a sentire di questa comunità nei telegiornali. Venni al mondo esattamente l’anno che questa nacque.

Tutto ciò che ho visto in questa docu-serie, sono state per me novità, ed ho scoperto quella che fu l’affermazione che divise la popolazione italiana tra estremamente favorevoli e estremamente contrari: per Muccioli, chiunque scegliesse di farsi aiutare entrando in comunità, poi non poteva più uscirne sino a che non aveva superato quella dipendenza. 

Muccioli aveva un carisma ed un eloquio brillante, accompagnati dalla forza del suo sguardo che ti invitava ad ascoltarlo; vedendolo te ne accorgerai. 

In un suo monologo, l’ho percepito oggettivamente come una morale da cercare di approfondire, e sulla quale ragionare.
“Se un uomo si sta per buttare da un ponte, cosa fai? Gli chiedi di ragionare, di parlare sul perché vuol farlo? No! Devi prenderlo e fermarlo, bloccarlo. E quando non sarà più in grado di farsi del male, allora cercherai di ragionarci”.

Disse ciò, anche per il fatto che nella Sanpa, furono scoperte le catene, e posti ove Muccioli rinchiudeva i tossicodipendenti più difficili da aiutare, quelli che volevano mollare; imprigionati per giorni, settimane e… non so quant’altro.

Questa serie m’ha illustrato decisamente quel che San Patrignano offriva ai suoi inizi, e credo ancora a tutt’oggi. Ma certi punti , in maniera vaga, poiché gli avvenimenti sono raccontati da ex tossici per i quali la memoria è probabilmente provata.

Alla base di tutto, posso affermare certamente di non essere sicuro delle molte cose che venivano effettuate nella comunità; le memorie smemorate, il fatto che le cose, se non le si vive, non le si possono comprendere, e le omissioni volute per non so cosa, mi fanno arrivare a dare il mio pensiero è che…

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