E che poi tu nascesti
Nel ’50, l’anno di quei tanti
E poi crescesti
E in quegli sconfinati numeri non rimanesti
Da quel nome Salvatore Antonio, doppio, fino
A Crotone Salvatorino si accorciava in Rino
Nel ’69 conosci De Gregori, Venditti
Al Folkstudio, loro cantavan, e gli altri di certo non restavan zitti
E cantasti anche tu, ma alcuni di sentivan presi in giro
Da quel non sense che non che aveva il suo tiro
Simpatico, buffo e dissacrante
Non attaccavi l’arte, ma la società accondiscendente
Nel ’73 proponi e pubblicano a tua Lady Maryanna’s
E forse per timidezza ti fai chiamare Kammamuri’s
Da lì in poi firmi col tuo nome reale
E sei sicuro di non fare al alcuno del male
Divieni conosciuto, sempre più
Piano piano, ma col viso in su
E nomini tanti, senza spiegazioni
Citi Cazzaniga, non il giornalista, forse chi faceva girare milioni
Elenco sconfinato, e c’è chi ti dice Non ti reggo più
Tant’è che Sanremo dice Gianna, Ma come vuoi tu
Divieni famoso, allegro, sornione
Quel senza senso per i più che non hanno fidata intuizione
Ti fanno divenire di classe, uno tra i grandi
E tu ti rabbui, perché i grandi son tanti
Ti fanno cantare anche testi di altri
E tu lo fai, in compagnia degli autori aitanti
Ne canti anche una del divorziato Mogol
Lo fai serioso, ma non incappi il sol
Poi prendi la chitarra, la suoni e canti forte
Dicendo quel è, sarà anche contro la sorte
Anche se quel camion poi ti colpirà, il come non so
La tua voce per sempre dirà E io ci sto
Leave A Response