Riflettere

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Mi piacerebbe conversare (in modalità scritta) con tutti voi per concepire quella che, a vostro avviso, risulta una una scelta esatta.
So che in Italia c’è l’egocentrismo tifoso legato indissolubilmente alle squadre di calcio, e so che un tempo abbracciavo con estrema pimageassione la mia squadra (attributo possessivo grammaticalmente inesatto), la Roma. Ora tifo, ma non cado più in quello che considero l’errore di valutare l’appassionarsi ad una squadra calcistica un ‘amore’.
Oggi, per me, l’amore è la base della vita, e il calcio non è questo (ovviamente aggiungete sempre un ‘per me’).
Non odio, anche se prima credevo di farlo, nessuna tifoseria avversa. Ognuno vive il suo tifo in maniera diversa, e non si potrebbe dire che questa o quella tifoseria sia violenta. La violenza accarezza (schiaffeggiando) tutti coloro che cercano un modo per esprimere la propria passione.
Non siamo tutti uguali. Siamo tutti diversi e, come tentò di comunicare Pirandello quasi cento anni fa, siamo tutti uno, nessuno e centomila.
Fortunatamente abbiamo quello che viene giudicato il libero arbitrio che non può essere sempre positivo, in quanto bisognerebbe dare rispetto a tutti, soprattutto a chi costituisce la base della vita.
La violenza accarezza anche quelli che tramutano in passione il loro credo (che è realmente una base della vita), ma leggendo alcuni dei testi religiosi il farsi accarezzare e fomentare dalla stessa è un errore.
Lessi anni fa la Bibbia, in parte il Corano e quanto ho potuto del Buddismo, saltando purtroppo l’induismo che ha tra le sue file l’uomo che reputo un grandissimo: Gandhi. Ero, come sono ora, alla ricerca della mia strada, ma essa è parte di ognuna delle religioni che ho letto.
La pace m’affascina da sempre, ed è per questo che riesco a provare rabbia (non odio) solo per quelle idee che attribuiscono al potere materiale un ché di positivo. Alcuni dicono che dovremmo agire come gli animali, che fanno della cattiveria una cosa naturale, ma loro la cattiveria non la provano. Fanno quel che noi giudichiamo cattiveria solo per l’attaccamento naturale alla vita (questo ‘naturale’ lo è davvero).
Gli stessi del “dovremmo ragionare come gli animali” sono solitamente quelli che definiscono “Sei una bestia” un insulto.
Vorrei sapere cosa pensate voi di ciò che avete letto, e se credete di dovermi dare un consiglio.
Nell’ambito di queste indecisioni o presunte tali sulla scelta, sorvolo quella che è stata parte determinate delle guerre degli ultimi secoli, che hanno tentato in tanti modi di indurre a credervi utilizzando spunti religiosi: la politica.
Oggi sono cosciente del fatto che la strada sia nel mezzo.

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