Raffa

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Non c’è che muoversi, e questo lei ha sempre fatto, muoversi da un posto all’altro, muoversi e ballare con tutto questo Rumore: Raffa.

Genere Documentario 

Prodotto in Italia

Durata 3 puntate da 60 minuti

Regia Daniele Luchetti

Ora distribuito da Disney Plus

Interpreti Raffaella Carrà

e

                       Renzo Arbore, Marco Bellocchio, Barabara Boncompagni, Rosario Fiorello e Tiziano Ferro.

 

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Raffaella Carrà da giovane in Radio Nizza

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Ovviamente questa non sarà una recensione di un qualcosa d’irreale che viene proposto per invogliare le sensibilità dello spettatore.
Non è finzione, ma la vita reale dell’impareggiabile Raffaella Carrà.
Che però all’anagrafe si chiamava Raffaella Pelloni.

Non era finzione l’immensa musicista e attrice e cantante e ballerina e conduttrice e status di VIP inarrivabile.

Nel documentario, dopo un’inizio che appare come una sigla d’apertura nella quale si vede Raffa in tutte le sue apparizioni, appare in bianco e nero in una sala che sembra cinematografica. E c’è lei, Raffaella Pelloni ancora bambina quindi ancora non Carrà, che è in primo piano. Ed è seria, e sorride, e cambia, sempre in evoluzione, sempre in movimento, come poi sarà in tutta la sua vita.

Vedere quel viso, quel viso giovanissimo, quel viso pulito e senza macchie, le macchie che non ha nessuno a quell’età, fa un gran effetto. La si riconosce di primo acchito: è lei, la bambina che poi diverrà la Carrà. Quell’essere che ha potuto sempre rivedere la sua vita pubblica in uno schermo. La parte che esponeva al pubblico, quella parte che non era la foto della sua personalità reale, ma quella da spettacolo. E che spettacolo!

Lei è stata tutto; quell’elenco di arti che ho scritto prima, lei le era. In tutto brava, impegnatissima, volenterosissima, aprezzatssima, ma… non bravissima; non l’eccelso in musica, voce, movimento, presentazioni. Non la migliore oggettivamente in tutto, ma era lei.

Raffaella era, è e sarà importante per tutti, poiché è stata la sua tenacia, il suo coraggio, la sua voglia a farla salire sugli allori. 

In questo documentario registrato bene, si vedranno e sentiranno molti sui amici, famosi e non, che ci raccontano, oltre a quella famosa, la Raffa che conoscevano, quella fuori dagli schermi. Tutti i suoi cambiamenti, le sue paure, i suoi istinti, e i pochi possibili ma mai realizzati declini.

Ho sempre sentito e pensato che fosse il personaggio femminile italiano più importante e conosciuto del mondo, ma non come musicista né cantante né né tutto il resto,  ma come artista assoluta.

Vedendolo, sentirai musiche che ti incentivano a muoverti, e quel Rumore sappi che è del 1974, cinquant’anni fa. E la magia era lei, la mitica sennonché statuaria Carrà.

E quand’atterrano in Spagna nell’inizio della sua carriera là, ed arrivano i giornalisti che le parlano in spagnolo; lei risponde in spagnolo, e Boncompagni chiede “Ma che parli ‘sta lingua”.

Te lo consiglio vivamente. Un documentario che non divide la Raffa che conosciamo da quella privata, ma le coniuga, le integra, le affina, né fa il prodotto sensibile che rimarrà nella nostra vista in eterno.

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