Sono quello, o questo, che di certo è contro
Quello che rima allo sbigottito che quel bene che è corto
Contro quegli artisti, quelli che san tutto
Quelli che nomino col loro fare ch’è brutto
C’è quello che nasce nel ‘39
Grida ed inventa, eppur si muove
Crea la canzone dal tratto politico
La lega al teatro, è satira, si sente l’unico
È Giorgio il suo nome, signor G è il cognome
Che Gaberschic è difficile, e Gaber faceva il cantautore
Poi c’è la Franca, ch’è del ‘20
Che se la nomini, la lirica senti
È Valeri il cognome, ch’è attrice per tutti
Ma è anche scenografa, e a chi non lo sa, dice cretinetti
È tra le pazze premiate delle donne, come in sogno
E io che non so far l’ironico, di quel pazze mi vergogno
E nell’81 se ne andò un certo Rino
Ch’è Gaetano e c’è chi dice che non è passato, perfino
Ch’è manco presente, ma che è sempre il futuro
E che il suo suo nonsense, per tanti è maturo
Ma tra quei tanti, c’è colui che si sente bonariamente mitico
Ch’è, mio fratello che è figlio unico
Sarebbero tanti quelli da nominare
Ma oggi son pigro, e contro l’altare
Eppoi io son quello che è contro
Lo ripeto, quel bene ch’è corto
Quegli artisti che si sentono genitori
Fan nascere quegli atti, che son contro il normale a priori
E son tra quelli, che strilla assai forte
Normale è un complimento, quello che non sfida la sorte
Ma anche se son contro, quel bene ch’è corto
Non posso non dire, che dall’attacco diparto
Seppur ci piace vivere, negli agi molte volte
Dopo quel tot, quegli agi son come il sole a mezzanotte
Che il sole ci accarezza, e ci fa stare con l’accento sulla à
Ma ha il suo tempo, non deve andare troppo in là
E quell’accento che già sai, è la felicità
Che dura quel poco, ma riempie l’immensità
Leave A Response