Sei un tifoso del calcio stranito dall’arrivederci di Totti alla Roma?
Certo ti chiederai per quale motivo io, che scrivo, recensisco e lodo opere d’arte, voglia farti presente questo saluto esposto da Francesco Totti alla squadra giallorossa.
Basilarmente, il calcio è arte.
Ad alcuni, lontani o odiosi dello stesso, potrebbe apparire una esagerazione non facente parte della realtà, ma in ogni ambito gli sport caratterizzano l’impegno ed il talento di atleti che praticano una passione, e questi aggettivi svelano la sacralità che un tempo cingeva quest’attività in Grecia, che dopo cercando di copiarla nella capitale del grande impero, che è la Roma antica, divenne famosa nel popolo soprattutto per la spettacolarità degli incontri di pugilato, lotta ed in altre forme.
Il calcio è sport, lo sport è arte.
Quel che mi solletica la punta delle dita è il fatto che ascoltando Rete Sport, radio che nomino in un mio libro, ho sentito le critiche degli speaker, sennonché le chiamate da parte dei tifosi, dove v’è l’esaltazione dell’attacco verbale nei confronti di chi ha comprato e gestisce la squadra romana.
Gli americani vennero alla ricerca di una modalità che agli occhi di tanti appare sbiadita o lontana, ma che tenterò di illustrarti.
C’è chi, e sono moltissimi in tutte le tifoserie delle squadre, ha sulle labbra sempre e comunque il prezzo pagato per ogni giocatore, quanto lo stesso prende di stipendio, e quel che è probabile immagini quel calciatore nel decidere ogni cosa solo per le entrate economiche.
Ci sono altri che riescono a fare il bilancio economico dell’azienda calcistica che costituisce la loro passione, che non è azienda, ma squadra, eppur fa i conti addirittura in maniera più precisa di quelli che fa per la propria spesa.
Poi c’è chi dice di sapere che dietro questa immensità di soldi c’è un giro losco, che favorisce questa o quella squadra, soprattutto quelle potenti, quelle che possono spendere di più.
Il fulcro sta nel passaggio dello sport da evento sacro, a spettacolare.
Come scrissi per un mio libro, alle volte per vedere il futuro si deve guardare il passato, ed avendo una semi conoscenza storica (sempre se si vuol credere alla storia), passando dal sacro allo spettacolare, lo spettacolare nel passato, ha accresciuto l’economia, e se tanti anni fa c’era questa battaglia fra l’una e l’altra società sportiva che si accedeva per le entrate economiche e passionali, s’è via via proseguito sul non basare tutto sulle entrate economiche con lo sport, poiché avendo preso un forma così esasperata di movimento monetario, si è iniziato a far girare i soldi con questa sacra (sempre meno), spettacolare (sempre più) ed economica attività.
Non so se mi puoi capire.
I presidenti di turno non hanno il timore d’impoverirsi. Quei tanti che come me non navigano nell’oro, dovrebbero capire che quelle cifre che girano per gli acquisti, gli stipendi o le altre spese con annesse le ristrutturazioni o costruzioni degli stadi, non sconvolgono i grandissimi ricchi.
Si fa sempre un confronto interiore, come se quel milione di euro fossero il nostro migliaio di euro per quelli che hanno lo stipendio medio italiano, che è poco più di mille euro al mese.
Assurdo, ma comprensibile.
Ribadisco quel che dico a bassa voce da anni: chi vuol far girare il denaro e ne ha una quantità immensa, lo fa per lo più legalmente, ma ha una sorta d’obbligo a farlo circolare sempre, soprattutto dopo la famosa crisi del 1929, che s’è ripetuta nel 2009. Circolare non significa avere solo grosse entrate, ma anche enormi uscite, poiché i grandi ricchi d’oggi, non sono composti da una persona solo per società, ma diverse, tra le quali una non sa come può muoversi l’altra.
Quel che scrissi su Facebook all’acquisto della Roma dagli americani fu che a mio avviso sarebbero venuti a far girar denaro, spendendo e spandendo con anche grandi entrate ed uscite, e aggiunsi che, essendo allora un tifoso della squadra, si doveva sperare che in questo compra/vendi, vi fossero grandi giocatori che ci avrebbero portato vittorie.
Ora vedo rarissimamente le partite, il ché dall’incidente che ebbi il 20/9/2012.
Capii molte cose che mi destabilizzarono, ed il calcio non ha più quell’importanza sentimentale che aveva prima.
Non sono un conoscente dei grandi personaggi dell’economia mondiale, né un amico di amici di questi, ma sento e ho studiato che questi grandi ricchi, per il sistema che spiego nel libro iniziato a scrivere nel 2011 e pubblicato nel 2013, debbano nonché meno continuare a far girare questa moneta, così come lo si fa in ogni reparto. Si sfrutta la passione degli amanti dei vari generi, e si creano gioie e scompensi provocando liti, accendendo anche la rabbia.
Emozioni forti danno dipendenza, la dipendenza fa girare la moneta, e naturalmente non mi riferisco solo al calcio.
Se vuoi una spiegazione più comprensibile puoi leggere Il Fuoco Dell’Agio.
Se capirai, sarai sulla strada della libertà che tutti cerchiamo, ma che non si può trovare se non si esce dagli schemi imposti.
Non c’è bisogno di una rivoluzione, ma d’una evoluzione, o permarremo in eterno nel 1984 di Orwell.
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