La Scelta

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Era ora di viaggiare, di camminare, di andare lontano. Perso nel mio nulla, non riuscivo a non pensare.
Pensare. È un bene?

Si, lo è se sei riflessivo, a tratti, ma diviene limitante se non riesci a farne a meno.
Io non dormivo. No, non dormivo granché.  Certo, gli occhi li chiudevo e lo facevo per cinque ore con diverse sveglie annesse, e questa cifra non risulta il dormire. Non ero riposato, oppure credevo d’esserlo, ma ero lento in tante cose; lentezza legata al mio stato passivo. E allora, cosa decido di fare e perché?

Iniziamo con la decisione.

La francese conoscente di un amica, accetta il mio invito a visitare Roma con la mia persona a farle da Cicerone gratuitamente, e la ospito per tre giorni.

Camminiamo, camminiamo tanto, e lei dice d’essere abituata. Purtroppo spesso piove, e mi spiace di non farle vivere la capitale italiana nei suoi massimi splendori. Ma camminiamo. Il grosso della città, le cose che appaino tra le più famose (anche se l’elenco è inesauribile) le giriamo per lo più in un giorno. 

E i nostri accordi quali erano? Tramite Whatsapp ci scambiamo meno di cinque messaggi, e l’ultimo la mattina del suo eventuale arrivo nel quale scrivo

Ciao (…), a che ora ti aspetto?

Nessuna risposta.
Esco, rimango tutto il giorno fino alle 17 circa con il mio gruppo di amici al parco, poi torno a casa senza più aspettare alcunché, invece alle 19:01 arriva la sua risposta.

Sono sull’autostrada, fra un’ora penso”.

Sistemo casa per l’ospite ed attendo leggendo un libro.

Arriva, parcheggia, e con la mia macchina andiamo a mangiare fuori. Andiamo, ma in realtà dovrei mangiare solo io, poiché lei sta praticando il digiuno. In effetti il suo digiuno è legato solo al mangiare cose naturali non contenenti animali o carboidrati e, se possibile, liquide.

Di lì in poi, la porto a girare Roma con me, e tento di spiegarle il più possibile a livello storico, aiutato da fatto che sa parlare perfettamente l’italiano. Lei mi fa tornare su alcuni dei miei passi precedenti, che con il tempo avevo in parte abbandonato.

Mi dice che gli scrittori viaggiano. Il ché ha un valore intrinseco. Lei non lo spiega, ma in me già c’era, e lo ravvivo. 

Ti chiedi cosa significa?
Non lo leggerai qua, ma nella prossima pagina della tua vita, che sarà nel posto in cui la scriverai.

In ogni caso, tornando alla mia storia e alla mia scelta, essendo lei francese, mi consiglia di fare un viaggio in macchina per arrivare in una città francese. Io sono stato tre volte solo a Parigi, e, tra le alternative, scelgo Marsiglia.

Al perché là? rispondo perché non qua.

Dopo che al mattino del giorno prima della mia partenza, lei si era avviata verso il nord senza una esatta meta, io vado per la prima volta al cinema da solo, e vedo Stanlio e Ollio.

La mattina mi sveglio e mi dirigo in una frazione sperduta nel comune di Aulla. Sperduto davvero , nel senso che…

Beh, ora se sei allo schermo ti sarai stancato, e se vorrai, capirai alla prossima il cosa ho trovato e se ora riesco a riposarmi, a dormire, a sognare anche con gli occhi chiusi.

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