Vedendo che c’è la ragazza da un milione di dollari nel cast (Milion Dollar Baby) e che fosse uscito questo film proprio quest’anno (2019), non ho potuto fare a meno di vedere I Am Mother.
Come ho già accennato in questo film del regista Grant Sputore tra i protagonisti c’è Hilary Swank (Donna) in compagnia dalla giovane 21enne Clara Rungaard (Figlia), volto che appare di più nella totalità delle riprese.
Il film è prodotto e ad oggi visibile solo su Netflix.
Importanti i doppiaggi italiani, per Figlia Sara Labidi e per Donna Laura Lenghi.
Siamo in un futuro nel quale è avvenuta l’estinzione dell’umanità, e l’unica entità vagante che esibisce una simil forma di vita è un droide che inserisce un feto in un macchinario che mostra, una volta che la vita è al suo interno, un conto alla rovescia di 24 ore per la nascita effettiva di questo bebè.
Una volta terminate le 24 ore il droide libera la nuova vita dal macchinario e inizia a parlargli.
Questa bimbo è una femmina, e il droide si comporta con lei accudendola come una reale madre, e le fa ascoltare Moon River di Andy Williams.
La bimba cresce e gioca con la Madre, questo unico nome per il droide, mentre Madre chiama la piccola Figlia.
Figlia, superata l’adolescenza, inizia a farsi domande e ad essere incuriosita. Madre la fa studiare e la interroga spesso, ma in maniera delicata, dandole carica e dicendole spesso che è importante. Fomento morbido ma inducente alla crescita.
Figlia vive solo dentro questa spazio moderno diviso in stanze, e non vede mai ciò che c’è fuori se non attraverso i video che Madre le propone nei quali compaiono personaggi storici americani di fama mondiale.
La curiosità cresce sempre più, e una notte, mentre Madre è in carica, Figlia non si addormenta come fa abitualmente da sempre, e raggiunge l’unico spazio che dà contatto con il resto del mondo, ed una volta che è là guarda quella quel blocco con l’indecisione se aprirlo, e dopo pochi secondi sente una voce femminile che chiede aiuto.
Figlia, con le dovute accortezze poiché Madre le ha sempre detto che all’esterno ci sono virus letali per gli umani, la fa entrare e vede per la prima volta un altro umano che è Donna.
Questo film mi ha suscitato molto interesse. Nella visione mi sono domandato molte cose, partendo subito dal concetto che il droide parla, e lo fa in lingua inglese. Perché?
Nel proseguo della visione ho svelato molti dei tanti dubbi e ipotetiche inesattezze che il film sembra avere, e la risoluzione arriva nel finale al quale alcuni autori come me possono arrivare, ma in larga parte anche in questo caso stupisce.
Emozioni. Alla base della vita umana sono esse ad esserci. Nel film ti chiederai spesso se il drone, ordinato ma tenero, ha questa facoltà se non talento.
Distopia. Nei libri scritti nel passato, tanta visione talmente negativa viene vista come (quasi) impossibile, e l’unico tentativo sia umano per alcune storie, che delle macchine per altre, è quello di annientare l’unica malattia senza la quale non si può vivere: l’Amore.
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