Quando sei piccolo ti stupiscono tante cose, e quando sei grande cerchi le cose che possano stupirti, ma in molti casi serve Hook.
Un film commedia, d’avventura e fantastico, prodotto in America nel 1991, della durata di 142 minuti al momento visibile su Netflix, è un proseguo della storia di Peter Pan inventato dallo scrittore J. M. Barrie ed ha per regista Steven Spielberg che dirige il protagonista Robin Williams (Peter Pan) compagnato da Dustin Hoffman (Giacomo Uncino), Julia Roberts (Trilli) e Bob Hoskins (Spugna).
Siamo in un teatro e Peter Banning con la moglie stanno vedendo la figlia che recita nel ruolo di Wendy mentre parla con Peter Pan. In una canzoncina dell’opera, squilla il cellulare a Peter organizza un appuntamento lavorativo per il giorno dopo, proprio quando aveva promesso di andare a vedere la partita dell’altro figlio, ma garantisce allo stesso che arriverà solo con un leggero ritardo.
Non farà in tempo, non vedrà nulla.
Non farà in tempo, non vedrà nulla.
La famiglia prenderà poi l’aereo per la cerimonia a favore dell’anziana Wendy, che con il suo orfanotrofio nel quale era anche Peter ha dato tante possibilità di adozioni ai bimbi sperduti di Londra, ed avrà un intero padiglione per far continuare la sua opera.
All’arrivo i bimbi chiedono se Wendy sia quella delle storie di Peter Pan, ed il padre gli dice che lei aveva aiutato Barrie ad inventare quel personaggio che non è mai esistito.
Quando vanno alla cerimonia, i bimbi rimangono nei loro letti della casa, ed al ritorno i genitori vedono che la casa è sconquassata ed i figli non ci sono più, e solo allora Wendy dice a Peter che lui è Pan.
Le favole sono storie che non debbono avere legami con la razionalità, e nel proseguo della stessa di Peter Pan, il tutto come è quando ti svegli e ricordi il sogno, ed è in quel dormiveglia che puoi vedere quest’opera.
Eccezionale la modalità nella quale vengono utilizzate le frasi cult degli scritti di Barrie, sennonché di pregio il cast al quale bisogna aggiungere la da me non citata ma detentrice di due Oscar Maggie Smith (Wendy).
Il fiabesco e adorabile Williams in queso ruolo da in questo ruolo, come spesso gli è accaduto, il meglio di sé, e condisce la sua allegria irrazionale con espressioni grottesche che hanno un impatto ironico con lo spettatore.
Per me lui è tra i mostri sacri della cinematografia.
Per me lui è tra i mostri sacri della cinematografia.
E di Hoffman, che dire? È il capitano che ci conduce al timore che si sveglia pian piano nella nostra vita, ma c’è Hoskins sennonché Spugna che lo devia e ci accende il sorriso.
Inoltre c’è Julia che chiede gli applausi perché merita di udirli, con le sue movenze sinuose, il suo viso espressivo e le sue gambe favolose.
Spesso, nonostante questi nomi di eccelso spessore, ci si dimentica di questo film, non gli si da il valore che merita, ma vedendolo, si riaccende la fantasia e non si può che dire Io credo nelle fate!
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