Il romanzo storico è uno scritto narrativo basato ed ambientato in un passato vicino, di per sé non meno di cinquanta anni, o lontano, che rappresenta nelle vicessitudini e, o, nei lieti eventi, tutto ciò che risulta importante all’autore descrivere per ciò che riguarda costumi, usanze e atmosfere sociali del periodo scelto.
Nella storia conosciuta, questo genere di romanzi fece la sua comparsa agli inizi del diciannovesimo secolo con il libro scritto da Walter Scott Ivanhoe, con la storia che è ambientata nell’Inghilterra del dodicesimo secolo, e racconta degli scontri tra sassoni e normanni.
Per adempiere alla scrittura di un testo del genere, è importante lo studio delle vicende riconosciute storicamente, ed i personaggi possono essere sia realmente esistiti, che totalmente inventati, con alla base il concetto che quelli reali, non debbono mai assumere comportamenti che si discostino dalla loro figura conosciuta.
Il primo autore che fece successo con un libro con queste generalità in Italia, fu Alessandro Manzoni, che nacque il 7 marzo 1785, deceduto nel 1873, una veneranda età per l’epoca.
Essendo parte di una famiglia benestante, come molti degli autori di scritti che la storia ci propone, da giovane passò gran parte del suo tempo tra lo svago, divertendosi, con una particolare attrazione per il gioco d’azzardo, e sotto l’ipotetico volere del padre, ebbe un soggiorno di circa un anno a Venezia ospite di un familiare. Fu allora che Alessandro Manzoni iniziò a coltivare la sua passione per l’arte letteraria.
Venne poi spinto dalle prime opere di tenue rilievo, a praticare dei corsi di eloquenza dall’illuminista allora conosciutissimo Vincenzo Monti nelle aule dell’università di Pavia, cosa non appurata dai registri dell’ateneo, ma valuta certa da molti storici.
L’Illuminismo fu un movimento politico di carattere filosofico e culturale, che si sviluppa nel diciottesimo secolo partendo dall’Inghilterra, e spinge l’uomo ad uscire dalla posizione di minorità, poiché è creata da se stessi.
Nella crescita culturale di Manzoni, posso citare i suoi studi di mitologia e letteratura latina, con la sua passione per i classici Virgilio ed Orazio, sennonché Dante e Petrarca.
Nel 1805, quindi con Alessandro Manzoni ventenne, ci fu l’invito della madre di raggiungere lei ed il poeta Carlo Imbonati, divenuto suo compagno dopo la separazione dal marito Pietro Manzoni, a Parigi. Il poeta però, morì pochi mesi prima del suo arrivo, cosicché Alessandro non lo conobbe mai. E fu in questa città straniera che il giovane instaurò un rapporto di enorme affetto con la madre, anch’ella appassionata frequentatrice di circoli intellettuali.
A Parigi, Alessandro entra in contatto con la cultura classicheggiante francese.
Gi scritti prendono sempre maggior spessore, ed è nel 1827 che ad Alessandro Manzoni fu pubblicato il romanzo storico Fermo e Lucia, primo scritto di rilievo del genere in Italia, con l’autore che seguendo l’influsso di Walter Scott, e viaggia, studia, elabora il racconto con riferimenti molto accurati per l’epoca alla quale vuole riferirsi, quindi tra il 1628 e il 1630.
Dalla personalità estremamente metodica, cerca di descrivere quanto più possa, in maniera estremamente fedele quell’epoca, ma non ne è compiaciuto.
Fermo e Lucia, scritto con molti dei discorsi in dialetto del nord, viene col tempo chiamato la Ventisettana.
La storia viene poi ricorretta, amplificata e ripubblicata nel 1840, con la parte dialettale che diviene solo accennata, ed il titolo cambiato ne I Promessi Sposi, detta la Quarantana.
L’ultima pubblicazione, che finalmente inorgoglisce l’autore, è del 1842, libro che studiamo nelle scuole, quello che che viene valutato immensa opera d’arte del primo romanziere storico italiano.
Il libro descrive il periodo del dominio spagnolo nel 1630 in quella che oggi è la Lombardia, ed illustra il romanticismo italiano, con per altra particolarità, la scelta di personaggi protagonisti non ricchi, come si era solito fare allora, ma poveri, umili.
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