Nel mio diario vitale mi sembrerebbe l’occasione giusta per annoverare l’evento del 21/1/2017 di un incontro organizzato invitando tante persone, 112 conoscenti ma sopratutto sconosciute tra loro, in un locale provando a fare il meno peggio possibile, sistemando gli impianti per il sonoro, la sparizione dei tavoli improvvisando una pista, il mangiabile tutto basilarmente legato o allegabile al pesce, un barman che servisse le bevande alcoliche e non (si, anche non), un fotografo, un ragazzo che appuntasse l’entrata delle persone all’ingresso con nome e cognome con l’obbligo di non far entrare i non invitati, il reperire braccialetti fluorescenti e… non continuo perché potrei dimenticare altre cose. Per la composizione dell’evento c’erano anche le difficoltà per mantenere in vita il componimento del proprio reale lavoro, quello che remunera economicamente, quello d’ufficialità, ma recondito ai miei occhi.
Può apparir semplice procedere alla meglio ma, controllando l’elenco probabilmente incompleto che ho fatto, si potrebbe arrivare alla conclusione che ma anche no.
Mi presentai con una mezz’ora d’anticipo con il timore del traffico e della difficoltà nel parcheggio che non vi furono, ed incontrai DJSTE (Stefano Senza Cognome) all’esterno del locale ancora intento ad organizzare con lo smartphone in mano.
‘Comporrà il verso musicale e vocale quando comincerà il tutto’ pensai senza remore.
Ricordavo con affetto e contentezza il 2/7/2016, e legato a quella memoria non potevo che indurre speranze non velate nel Confermati alcol, pesce e DJSTE.
Vidi con il secondo arrivato la sala ancora vuota, e sentii DJSTE provare l’impianto stereo legato ad un iPad con il se stesso che conduceva.
Prove, prove, prove.
“Ma non si sente un fruscio? Sei sicuro?”.
Quel meno peggio si stava tramutando ne il meglio, ma per eseguire la trasformazione si doveva viverla.
Furon tutti puntuali come richiesto dal DJSTE, “Venite tra le 20:15 e le 20:30 così da evitarvi file”, poiché tutti si affidavano al suo talento di indubbia entità sociale.
Dall’inizio in poi, allietati da buona musica senza nessun genere imposto ma passando da questo a quello con libertà totale, l’evento prese sostanza.
Compose appieno il verso appieno.
Cibarie svariate a mo’ di buffet, tutte presentate in maniera ordinata, tutte squisite al mio gusto, che potevano essere annaffiate da alcolici (e non) di tutti i generi.
Sorprese ve ne furono, e quanti nuovi incontri con l’ampliamento delle conoscenze. Trucchi, parrucchi e quel microfono con la voce rara ma presente del DJSTE.
Quanta simpatia, quanto divertimento, quanto successo.
Lo scritto è per allietare tutti i partecipanti, e per ringraziarli quanto mai per aver creduto che il partecipare potesse essere una valida concretezza.
Ho nominato spesso DJSTE che lo ha elargito ai nostri pensieri, ai nostri occhi, al nostro udito, alla nostra vista, ai nostri sentimenti, ma il bello di quella serata è stato non solo il suo contributo, ma quello di un NOI travalicante e incantevole.
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