Chi vincerà le elezioni?

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No, io non voto, e non lo faccio da vent’anni.Te lo scrivo per farti comprendere sin da subito che non c’è una mia appartenenza, un mio schieramento politico, una mia mia reale preferenza ideale.
Nel mio remoto passato, la mia gioventù superata l’età adolescenziale, avendo una passione per ciò che era, per ciò che fu, ma non legata ad attinenze politiche, ma sentimento d’affetto per la storia, avevo acceso una sorta di legame con gli ideali di destra, quelli che esaltavano, e lo fanno tuttora, i pregi della nostra nazione.
Ero giovane e mi sentivo italiano.

Crescendo avevo appreso dalle letture di grandi storici e narratori romanzieri, che non v’era solo quel lume, non c’era solo il talento dell’Italia, ma che in ogni cultura era presente una gran voglia di vivere, e, senza la razionale spiegazione, la ricerca di aiutarsi l’un l’altro insita in maniera quasi invisibile, quel ché di seme che era ed è parte della nostra esistenza.

Comprendo che tu possa avere una gran curiosità chiedendoti Ma questo quando dichiara chi vince secondo lui?
Bene, te o comunico subito.

Io non vedo il futuro, non sono il saggio che dichiara ciò che avverrà, ma a mio modesto avviso potrebbe, ribadisco potrebbe e non sarà, arrivare alla vittoria l’estremizzazione più neutra della democrazia.
Nel chiacchierare da anni con chi mi conosce, ma non pronunciandolo in maniera veemente, non denotandone la certezza materiale fingendo che io so ma aggiungendo l’io sento, lo esprimo rispettando ed accettando i pareri di tutti, ma il sentire non è databile, non ha legami con il tempo.

Io sento.
Potrebbe vincere il Movimento 5 Stelle, ma non posso come t’ho già riferito averne la certezza. Potrebbe dipendere anche dai non voto, da quelli che non riescono a credere a nessuno.

Ti domanderai il perché se sottolineo il fatto che questo partito (o movimento) per me è neutralmente democratico io non lo voti.
C’è una cosa importante che è un bene che tu sappia; non è un mio credo né un mio ideale, ma è accomunabile ai concetti scientifici e filosofici:la democrazia non è perfetta, ma la rispetto pienamente.

Generata dall’uomo, allo stesso somiglia. Piena di contraddizioni e di concetti numericamente irraggiungibili, il Popolo (Dàmos) al Potere (Kràtos) ha già di base illusorie speranze.

La democrazia è stata ed è uno step, un gradino, una parte del nostro lungo cammino sociale.
Non la penso così dai lunghi vent’anni nei quali non ho voluto votare, ma ho portato questo barlume dentro di me non riuscendo ad affermarlo sino a sei, sette anni fa.


Non sono antidemocratico né un anarchico. Non sento di far parte di nessun gruppo, ma sento di essere una presenza come te nel limbo universale.
Siamo un NOI.

Appare il logismo appartenente a qualche partito, o come molti suppongo si definiranno un Movimento, un Insieme, ma non cerco di raccogliere seguaci. Voglio solo che ci apprestiamo a vivere questo passo, questo cambiamento che sarà comunque sia importante.

Se vinceranno loro, negli anni a venire si comprenderà sempre di più l’inesattezza non scientifica né emozionale dello step, del gradino, della parte del nostro lungo cammino sociale.

Non sarà facile viverlo, sempre se avverrà, poiché in tante evoluzioni (ma non in tutte) l’inizio è stato duro, difficile, ricco di sofferenze. La sofferenza, se vissuta a ben bisogno, però è accrescitiva.

Non posso garantirlo, ma se vinceranno sarà un nuovo inizio, Il mondo nuovo, il nostro, non distopico.
Cresciamo insieme.

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