Era settembre, ero tranquillo
C’era qualcosa che mancava ma non sapevo né pensarlo né dirlo
E quel qualcosa era poi tanto
E le mancanze non sono un vanto
Era il 20, il 20 settembre
L’anno era quello confuso da tenebre
Era quello della fine non fine
Poiché un mese non ha la fine, ma il termine
Quel 2012 in tanti lo improvvisavano
Come quello che i Maya non proferirono
In quel dicembre non spariva il mondo
In quel dicembre terminava un tondo
Ma era settembre, e non ci pensavo
Per me era fine della stagione che amavo
E il posto in cui dovevo andare era via del Serafico
Per quel mio lavoro che per me non era dinamico
E per giungervi era tre anni che con lo scooter giravo
Quell’SH era per me quel che dalla vita volevo
Girare senza blocchi, senza traffico a Roma
Per i cittadini la salvezza, il cuore che vola
E presi quella via che porta il nome della stagione che molti adorano
La primavera è certo sì un tempo in cui i molti giocano
“Che faccio, mi fermo a fare benzina?
La riserva non brilla, e qua il prezzo è rapina!”
Prima di quella via non mi ci volli fermare
Perché quei centesimi volevo risparmiare
Ma nel risparmiare s’affaccia l’avaro
Che la beneficenza la fa con lo specchio da bravo
E la strada era dritta, la Casilina vicina
E chissà se nella mia testa v’era una vocina
Poiché quella che c’è ora, c’era anche prima
Lei mi chiede questo è quello, lei non vuole che la sopprima
Era dei record perpetui l’anno
Record di pioggia, record di caldo, record di credere che tutti non sanno
Il 2012 era quel che la vocina cercava
Il 20 settembre la sua ricerca strana
Partii dal semaforo, dritto e a tre corsie
Attraversò una macchina, la presi senza bugie
Quell’auto non ricordo, quei momenti cancellai
Che quell’impatto fu violento, ed in coma poi andai
Quel che ho perso è tanto, sai
Quel che ho trovato è tutto, dai…
Voglio solo riuscire a non pensare alla mancanza
L’equilibrio, nondimeno, è la piena essenza
L’importanza è anche nella materialità,
che è la macchina che costituisce le basi della di tutti spiritualità
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