Siam tutti alla ricerca
di ciò che a tutti appare chiaro,
ma ciò che appare è scuro e solo,
e ci copre la visuale.
Siam tutti alla ricerca
di ciò che a tutti appare introvabile,
ch’è certo sì ch’è inesistente,
per quanto è solo fissazione;
ciò ch’è vero è il sol toccabile,
e non si deve stravolgere il tutto,
appare stringa di color acceso,
e ti lascia un po’ abbagliato,
tralasciando quel ch’è occorrente.
Siam tutti alla ricerca
dello stare bene assai,
e si fugge senza resa,
dalla noia ch’è nuda ormai,
e noi siam timidi quel tanto che
non vogliamo apparvi timorosi s’è questo o quella,
continuando ad operar quel che fanno tutti.
Siam tutti alla ricerca
e siam la ricerca di tutti,
e a quel sentimento là
lo mascheriamo in ogni verso,
e potrei continuare qua
per ore ore e ore,
ma l’importante è navigar
nel deserto autoimposto,
brilla succube la stella,
che ci appare come luna.
Siam tutti alla ricerca
e poi sbagliamo direzione,
mascherando ciò trovato,
con raffiche apparenti
di quel che copre la ricerca,
e litigando poi usiamo il passato
intonando il verbo del ricercato,
errando quanto mai.
Esso c’è in ogni caso,
e c’accompagna fedelmente,
anche s’è voluto esprimere al passato
proprio per fare opposto a quel che rende.
Quello c’è, e sarà imperituro,
modificando il suo statuto.
Siam tutti alla ricerca della rima
che tutto è ora,
c’ha la voglia nelle sere,
c’ha la voglia nelle sale,
c’ha la voglia in ogni dove,
ed è più facile con cuore
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