Aldo Moro, il 16 marzo

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Ero nato da poco.

Io nacqui il 26 febbraio, incentivando le felicità familiare ed ampliando le speranze verso un futuro che diveniva sempre più parte dei miei genitori.

Era sparito mai.

Il 16 marzo del 1978, quell’anno, vi fu il rapimento di Aldo Moro, importante se non fondamentale esponente politico dell’allora Democrazia Cristiana, che avvenne di mattina in via Fani a Roma.

Via_fani

I racconti che girano intorno a quell’infausto evento sono tanti e dubbiosi, ed è ancora ritento di eccelsa importanza il fatto del dibattito alla Camera dei Deputati che lo stesso avrebbe dovuto fare il 16 marzo, imponendo che per la prima volta nella repubblica italiana avrebbe potuto concorrere alla maggioranza parlamentare il Partito Comunista Italiano.

Di qui potrebbero partire diverse idee politiche contrastanti, ed io la mia l’ho espressa ne Il fuoco dell’agio, ma l’ovvietà più certa ed assicurata da tutti è che l’azione da parte di Aldo Moro era democraticamente valida.

Io non ho schieramenti legati ad una qualche idea politica esposta da un qualche partito dell’ora, ma nell’era, da ciò che ho letto, voglio dire che rispetto alla figura e ai discorsi di quell’uomo, ritengo che fosse una personalità con pensieri molto avanti rispetto ad altri politici dell’epoca, ed ha un barlume del mio entusiasmo.

Non posso certo dire che mi schiero a suo favore per tutto ciò che disse prima del 16 marzo, ma lo valuto un’ottima persona politica, quindi per come si esponeva.

È rimasto nella storia evidenziando la sua importanza a tutta la nazione italiana, ed avendo riscontri anche nel resto del mondo.

Egli sparì per mano di terroristi che lo tramutarono in sempre presente.

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