Fu il 29 ottobre del 1950 che nacque un artista ai miei occhi (ed orecchie e animo) immenso.
L’aria di Crotone diede il perimetro materiale al primo vagito di Rino (Antonio Salvatore) Gaetano.
Probabilmente qualcuno esigerebbe che io sapessi qualcosa di più nascosto sulla suddetta nascita, essendo stato un fan del cantautore sin da piccino, ma io non ne so nulla e non voglio fantasticare alcunché sul natale di uno dei grandi cantanti della musica italiana.
Rino lo ascoltano spesso, ed intorno ai vent’anni iniziai ad apprezzarlo non solo per la simpatia che esprimeva nei suoi pezzi, ma per i testi articolati che inducevano i curiosi a studiarne l’origine.
A quell’età ero ancora nella cerchia di chi imputava a diversi artisti, soprattutto cantanti, un’appartenenza politica ai partiti che s’avventurano nel nostro paese da innumerevoli anni, e marcavo De Gregori di là, Max Pezzali di qua, Lucio Dalla senza alcun legame, quello e questo sono così, l’altro è cosà, ma non gli davo l’importanza che tanti altri attribuivano questa loro ipotetica appartenenza. Io ero cresciuto studiando interessatamente la storia e da giovanissimo avevo avuto qualche morale appartenenza, poi pian piano le ho sciolte tutte comprendendo le carenza di certezze sui tanti personaggi che si sono avvicendati negli anni.
Se ancora mi stai leggendo ti chiederai perché ho scritto le possibili denotazioni politiche dei cantautori senza citare colui del quale sarebbe stato il compleanno proprio oggi, se non avesse fatto il ‘misterioso’ incidente il 2 giugno del 1981 che ne terminò la vita fisica ma non la carriera.
‘Lui’ mi potresti dire, ‘era un uomo di sinistra, uno socialmente impegnato, uno che si faceva le canne e amava il rock, uno che era iscritto al PC, uno che beveva e che è morto proprio per quello’.
Io ti risponderei Nun te reggae più, non considerando il fatto che la sua morte è a tutt’oggi, mi ripeto, misteriosa.
A me non interessa nulla la parvenza partitica degli artisti; io mi nutro della passione che diffondono. E quello che cantava Rino è a tutt’oggi evidentemente acclarato.
Io dissi spesso in passato ai miei amici, cito i miei più stretti Paolo, Simona e Arber, che col passare del tempo si sarebbe espanso l’interesse ai suoi testi a mio avviso senza espressione politica, e così è stato.
Probabilmente ho scritto le ultime tre righe sospinto dal mio eccessivo ego, ma… me ne pento, mi dolgo e non cancello.
Parlai con alcuni degli appartenenti ai gruppi con i quali si esibiva oltre che con un suo amico di vecchia data, e mi sottolinearono che lui di alcune cose non amava parlare.
E io ci sto
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