Ero giovanissimo e guardavo il mondo stupito da tutto ciò mi si presentava. Questo fu uno dei pezzi che m’avviò alla mia carriera sognatrice, il mio lavoro vitalizio, la parte che prese corpo nelle mie idee:
accetta e sarai accettato.
Feci (e faccio) però un lieve errore. Non valutai a perfezione la società nella quale vivo.
Non siamo tutti simili, abbiamo ognuno il suo presupposto e pensiamo che esso esisterà perennemente. Non cerchiamo di comprenderci l’un l’altro, ma a volte ci mascheriamo per apparire sempre diversi, e a volte ci tramutiamo in specchi.
“Io sono come te”
Non lo appresi subito, e mi feci trasportare dalla musica alla ricerca del mio niente.
Ero giovane, e questa è una scusante ottima, ma crebbi. Oggi sono il niente che non copia né vuole diversificarsi, ma sono continuamente alla ricerca dell’equilibrio.
Suggeritemi la strada più breve da intraprendere lentamente, senza fretta.
La virgola cambia il senso di ogni frase, e “Perché la strada più breve se non hai fretta?”
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