Mi ritrovo disperso tra i miei pensieri, più introspettivi che sociali, ma che creano solitamente quel futuro che poi appare visibile a tutti, e compare; allora, col viso sullo schermo, faccio una capatina Into The Wild.
Into The Wild (Nella Natura Selvaggia) è un film americano distribuito ora su Netflix del 2007, biografico drammatico e della durata di 148 minuti, ripreso dal romanzo Nelle Terre Estreme di Jon Krakauer dal regista Sean Penn che sceglie Emile Hirsch (Christopher McCandless) come protagonista, e come altri interpreti anche William Hurt (Walt McCandless) e Marcia Gay Harden (Billie McCandless).
Stupore agli occhi degli esperti per i pochi premi ricevuti e le sole due nomination agli Oscar.
Panorami naturali ci accolgono all’inizio della visione, e sugli stessi compare uno scritto di Lord Ryron.
Poi c’è il risveglio nel proprio letto di una donna, ed è in crisi, ripete al proprio compagno “L’ho visto, era proprio lui”.
Torniamo ai panorami mozzafiato con le comparse di scritte che risultano essere quelle di un viaggiatore che descrive il proprio vissuto in quell’intento, poi si passa tra gli scenari, a quello che fa vedere una macchina che si ferma nella neve in un punto lontano da qualsiasi civiltà umana, e ne scende un ragazzo che vi è stato accompagnato da una persona che poi gira l’auto e se ne va, così il giovane rimane solo.
Era il ragazzo che stava descrivendo il viaggio, ed ora lo si sente dire “Ora cammino into the wild”.
Mentre procede, in cima ad un colle, vede qualcosa di diverso dalla natura selvaggia, che è un furgoncino, come una sorta di camper, vuoto, se non con poche cose ed un lettino.
Con un sorriso smagliante Christopher lo battezza con il nome di Magic Bus.
Parla in solitaria, e dice tutto ciò che non possiede da quando ha iniziato il viaggio, quindi da quando due anni prima, nel 1990, quando è divenuto Supetramp.
Ora siamo nel 1990, nel college dove Christopher sta per ricevere la laurea, e la va a prendere in maniera particolare davanti agli occhi dei compagni e genitori, con i quali subito dopo parla, ed appare lievemente infastidito.
Più tardi arriva con la sua sorella e la sua auto al ristorante dove li aspettano i genitori, e parlano. All’inizio, complimenti per il risultato ottenuto, poi gli chiedono quanti soldi gli sono rimasti, e lui risponde poco più di una ventina di migliaia di dollari, e la madre gli comunica che il loro regalo sarà un macchina nuova. Christopher la rifiuta, e innervosito le dice che non vuole cose, non le vuole più.
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Lui non le voleva più le cose, non le voleva più. E non lo ha solo detto, lui ha messo in pratica ciò che voleva, quindi lo ha fatto. Non è stata un ribellione, un rivoluzione o quant’altro per esibire, ma solo l’evoluzione dell’essere.
Nella quantità enorme di libri, serie Tv e film che ho letto e visto, ci sono titoli che mi hanno, per un verso o per l’altro, costituito a livello personale, e cioè hanno limato qua è là la mia entità facendomi raggiungere quella che esibisco tuttora, nel bene e nel male. Ecco, Sean Penn, con questo Into The Wild, ha dischiuso, non ancora totalmente, quella mia parte sociale che vuole comunicare, mostrare, e non l’essere.
Naturalmente sia il mostrare che il comunicare li considero ancora validissimi, sicché comunicare è importante per aiutarsi, mostrare idem, ma il comunicare volendo poi mostrare d’essere tu a farlo, questo ha quel ché di egoico che a mio avviso non rientra nella pulizia dell’essere. Essendo però un’autore, sennonché uno scrittore o #ILSCRITTORE, sono ancora legato all’esibizione dei miei comunicati firmati dal mio nome, e non credo che attenuerò questa mia voglia, questa mia parte di personalità.
Ancora legato.
Supertramp è un ragazzo vissuto davvero, ed è fondamentale che te lo dica, ma ovviamente quei suoi ragionamenti e dialoghi in solitaria, possono solo essere supposti dall’autore di libro e film. La certezza (ipotetica) è che il fu Christopher divenuto Supertramp, volesse e cercasse la libertà, che nomina diverse volte nei suoi scritti, ove cita anche il sociale, ma per capire come ti consiglio di vedere il film.
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