A te che sei partito con Scipione L’Africano
Di certo da romano hai accarezzato ogni italiano
Anche se poi sei stato Il Feroce Saladino
Di feroce avevi il riso che accendevi ad ogni tuo vicino
Sicché vicino intendo chi t’ha visto o chi ti vede
Che col sol mirarti cerca un posto, e poi si siede
E nel ’51 ci fu il tuo lieto incontro
Con l’attore d’eccellenza, e che nel film appare scontro
È con Totò E I Re Di Roma l’occasione
E quella breve sequenza la sola unione
Sennonché in cinematografia, rimarrà moderna
Umorismo e satira, degli illustri artisti immagine eterna
Poi cambiasti modificasti le tue origini divenendo Un Americano A Roma
E il tuo vocione tuonò nelle orecchie anche dei sordi, e ancor risuona
E Monicelli t’arruolò con Gassman ne La Grande Guerra
Divenendo a furor popolare, il satirico compiuto che chiama lacrima in questa terra
Di lì in poi, dopo il decollo, ci fu il viaggio senza retorica
Con Gastone, Made In Italy, e con Manfredi fino in Africa
Ma prima in America tu ci andasti, Nell’Anno Del Signore
Poi dottore, Borgorosso Football Club, ed altri film che ti fan onore
Che ti mostran nell’arte Scientifico
E son le carte che lo dicono
Che se le mischi e freghi, sono belle
Tant’è che donano con la Vitti la Polvere Di Stelle
Gli anni aumentano, manco a dillo
Nel mio cuor sei nobile, Il Marchese Del Grillo
Di Verdone diventi padre, evento raro
Dopo quel viaggio, decide d’esse Il Tassinaro
Consumi troppo, e nel ’90 diventi L’Avaro
In Nome Del Popolo Sovrano
E qua io t’ho ristretto in poche righe
Che se le leggi, sol coi titoli, un po’ ti stride
O artista, dispensatore d’mozioni
Sei tu che t’allarghi con le tue passate sempiterne apparizioni
E quanto affetto malcelato ho provato alla tua vecchia dichiarazione
Che voi attori siete fortunati, poiché anche dopo morte, siete vivi nella finzione
E tu Alberto, ce lo sai
Nel mio spirito, animo, e in tutte le emozioni per sempre ci sarai
Tu che hai fatto tutti i ruoli, e interpretato tutti i mestieri
Un secolo che nascesti, e hai fatto vivere tutti i desideri
In quel giorno del 24 febbraio del 2003, due giorni prima del compleanno mio
Piansi in macchina quando alla radio sentii questa info, ma non ti dissi addio
Nei tanti anni che ci hai costruito i nostri modi
Non cerco rima e ti saluto con quell’affetto ch’è perfetto, Alberto Sordi
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