Guarda, avendo sentito tante e tante persone parlare di questo film, non saprei come parlartene…
… ed è per questo che scrivo. A parlare non sono un granché, né sono carismatico, simpatico o burocraticamente studioso, tantomeno professionale, ma sono. Io sono, e sorrido, sempre.
Il film Joker con regia di Todd Philips e ripreso ovviamente da un personaggio della DC Comics, è interpretato da Joaquin Phoenix come protagonista (Arthur Fleck/Joker), Robert De Niro (Murray Franklin) e Zazie Beetz (Sophie Dumond).
Siamo a Gotham City nel 1981, ed appare subito Arthur che ride. Si ascoltano nel sottofondo le condizioni critiche nelle quali versa la città. Lui ride, ride sguaiatamente. Ha il volto truccato, visto che per vivere lui e la madre, con la quale convive, deve lavorare facendo l’unica cosa della quale è capace: il pagliaccio.
In televisione c’è il programma di Murray, un cabarettista famoso che intervista persone e diverte tante persone. Lui è un mito per Arthur, che spera di divenire come lui in un futuro, ed immagina di essere una persona del pubblico presente e di venire chiamato del conduttore che lo fa andare al suo fianco.
In uno dei suoi ritorni a casa, mentre è dentro un bus, cerca silenziosamente di far divertire un bambino che è voltato sui posti a sedere e lo vede. Lui fa dei gesti nascondendo il volto con le mani, e il piccolo inizia a ridere, così la madre si volta e gli dice di non infastidirlo. Arthur inizia a ridere esageratamente, e prova a fare gesti, cosicché la donna si inquieta, ma nei gesti lui riesce a porgergli un biglietto nel quale c’è scritto che si scusa ma ha un disturbo neurologico che gli provoca immediati e improvvisi attacchi di risata sconvulsi. Lei fa un verso di lamento e si gira.
In una giornata è indirizzato sul marciapiede dalla società per la quale lavora, e mentre pubblicizza un negozio, dei giovani ragazzi, prima lo umiliano a parole, poi gli rubano il grande cartello che tiene in mano e scappano. Arthur li insegue e li raggiunge in un vicolo solitario dove i ragazzi lo picchiano rompendo quel cartello sul suo volto. Arthur è affranto, e l’unico pensiero positivo che ha è quello della sua vicina di appartamento, Sophie, che quando sono in ascensore lui, lei e il figlio, gli fa un sorriso e gli propone una battuta sulle scarse condizioni del palazzo. Quel sorriso è vero, non mascherato com’è imposto ai pagliacci, e non come quello che lui effettua quando viene licenziato per comportamenti bizzarri, semi incolpevoli, sul luogo di lavoro.
Di qui in poi il suo soprannome Felicità, datogli dalla madre, inizierà a sparire.
Quando venni a sapere che sarebbe uscito un prequel alla storia di Batman, distorsi un po’ il naso, perché mi infastidiva un altro attore che impersona Joker dopo Jack Nicholson e Heath Ledger, straordinari artisti con metodologie differenti coordinate dai differenti registi, dei quali voglio sottolineare che il primo, eccellentemente stupefacente, non impersona il vero Joker dei fumetti, il secondo, con modi teatrali e risate inopportune, riluttanza verso il denaro e mentalità anarchica a tal punto da non far mai sapere quale sia sul suo nome, Legerd lo esprime un maniera più realistica.
Il nome. Joker nei fumetti non ne ha mai uno, non viene mai fatto un accenno (perlomeno che io ne sappia) sul suo passato; non si sa chi sia.
Mi avevano detto coloro che lo avevano visto quest’ultimo, che il nome c’era, quindi ero voluto andare indeciso se puoi lo avrei recensito.
In questo film Joker, come hai letto, il nome lo ha, ma sappi che all’uscita ero estremamente eccitato all’idea di aver visto un’opera che non diffama o tramuta la storia originale di questo personaggio.
Eccellente.
Interpretazione magistrale di Phoenix, che da risalto all’atteggiamento di questo pagliaccio che tutti conoscono, la forte risata, tramutandolo in evidente l’imperscrutabile pianto che maschera, attaccato dalla società, dai problemi di salute neurologica e da quello che sai solo vedendolo.
In merito all’Oscar, che come puoi leggere nelle passate premiazioni sono riuscito sempre ad indovinarne il vincitore, partendo proprio dal penultimo Joker del 2008. In questo sono dubbioso per il messaggio che viene comunicato, e per questo premio calcolo non solo la bravura dell’attore, ma anche questa caratteristica.
Ai miei occhi Phoenix è stato assolutamente eccelso.
Ho scritto di calcoli? Non ci devono essere calcoli nelle esposizioni artistiche.
Se vedi delle impronte e vuoi seguirle, e per farlo non riesci a comprendere cosa sia che le colora, e riflettendoci anche solo un attimo perdi l’immagine di chi stai seguendo, poi le vedresti andare verso destra, sinistra… oppure verso sinistra, poi destra?
Se lo pensi e te lo chiedi, ricorda che devi indossare un sorriso, quello che maschera i pensieri e i sentimenti. Quello che li cancella.
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