Lei

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Chiuso dal freddo dentro casa, l’altra sera ho voluto vedere un film ricordando che all’epoca dell’uscita, il 2013, aveva raccolto un mare di critiche positive e negative: Lei.

Ero stato titubante in quest’ultimo anno, poiché seppure apparisse nella mia lista Netflix, reputavo la trama troppo fantasiosa, una esagerazione, ma l’ho voluto vedere giustappunto perché il fantasioso e le esagerazioni in alcuni casi potrebbero incuriosirmi.

Siamo a Los Angeles in un futuro non troppo lontano, e Theodore Twombly (Joaquin Rafael Phoenix)  uomo single, separato ed introverso, per lavoro scrive lettere sentimentali per altri, cosa che in questo futuro appare molto utilizzata.
A lui piace scrivere un po’ tutto, anche le poesie.

Già per questo motivo mi sentii attratto dalle vicende.

 

Mentre cammina ascolta nei video trasmessi per la strada la pubblicità di un nuovo Sistema Operativo, “OS 1”, che esprime un’intelligenza artificiale con la quale parla ed è in grado di crescere attraverso l’esperienze raccontate dall’umano.
Mentre lo sta installando, la voce impostata alla quale era abituato, gli chiede quale tipo di interfaccia vuole che comunichi con lui, maschie o femminile, e lui sceglie la seconda, che al suo avvento si auto battezza con il nome di Samantha.
Nel procedere dei giorni Theodore viene affascinato dall’apprendere di questa entità che già da subito non appare robotica, ma una voce suadente, simpatica, alla ricerca di sé stessa e, a breve, scoprono entrambi che Lei può provare emozioni.
Lui ci parla spesso con l’auricolare come se stesse al telefono con qualcuno, poiché Lei è sempre con lui, visto che non si dimentica mai lo smartphone. Lo smartphone è sempre con Theodore, e quando vaga per il lavoro o per le strade, si vedono tutti gli altri che, anche loro, non lo hanno dimenticato.

Ti ricorda qualcosa?

Non credo sia uno spoiler raccontarti che i due s’innamorano, visto che fa parte della storia, e non è di certo il finale, ma è un bene che ti comunichi che tutte le cose che  vengono raccontate in questa storia, quando uscì (quindi soli cinque anni fa) molti li trovavano eventi impossibili da realizzarsi, ma oggi, che viviamo in un mondo realmente non dimentico degli smartphone, lo si può intuire come realizzabile.
Immagina se esistesse OS1 per lo smartphone, e divenisse il suo (tuo) sistema operativo.
Immagina se il tuo smartphone potesse parlare con te, ed essere con le qualità che ti ho esposto prima.
Prova a introdurti nei panni di Theodore, e domandati come vivresti questo rapporto con l’accessorio con il quale hai più contatti.

Il film è strutturato in maniera egregia, e ci sono molti momenti (anche troppi) nei quali ci si rispecchia in Theodore.

Se pensi che questo legame con gli smartphone non sia indissolubile, la prossima volte che sei in un mezzo pubblico nota quante persone sono con Lui in mano, oppure effettua a te stesso la domanda Riuscirei a vivere senza smartphone?

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