Ero al cinema.
Ero seduto.
Guardavo avanti il film, ma la mia mente era libera e mi sentivo in alto, ed ero circondato dalla Bohemian Rhapsody.
Era il cielo che mi circondava liberamente.
Questo film che racconta dei Queen, ma basilarmente del suo solista Freddie Mercury essendo effettivamente biografico, l’altra sera m’ha entusiasmato.
Racconta tanto di quel che già sapevo, ma espresso in maniera sentimentalmente adatta, e girato con una sceneggiatura ottima e sorprendente, sennonché una colonna sonora accattivante.
Rami Malek, l’attore che interpreta il leggendario Freddie che già conoscevo e ammiravo per la serie Mr Robot, fa rivivere il cantante in maniera scioccante. Nelle movenze, nelle espressioni, nella sua apparenza agli occhi di tutti, lui riesce a farlo ricordare ed ammirare sempre più.
Ho adorato questa rappresentazione amabile de il personaggio.
Ero giovanissimo quando il 24 novembre del 1991 lui ci lasciò, e non avevo ancora quel legame passionale con certi generi musicali che, con il tempo, hanno attecchito sempre più. Quel giorno lo ricordo vagamente, ed ho per la testa che effettuammo una gita nella quale alcune mie compagne piangevano ed io, sciocco, incosciente e immaturo, mi chiedevo cosa avessero da lamentare questa perdita.
“E che sarà mai” pensavo, “Era pure frocio”.
Era pure frocio. Non era questo millennio, ma il millennio scorso, e ne sono cambiate di cose.
Se non erro, l’anno seguente vi fu un remix commerciale di Under Pressure che mi colpì, invogliandomi ad informarmi su lui e su David Bowie, anche se poco, allora, sul secondo. Internet non esisteva, e le uniche domande le si potevano fare agli adulti, e parlare con loro per me era da bambini, io, sciocco, incosciente e immaturo.
Raggiunta la maggiore età mi iniziai a registrare dalla radio delle musicassette nelle quali comparivano a volte i Queen, ed io per lo più me le tenevo per me (io, sciocco, incosciente e immaturo) perché mi vergognavo a far sapere agli altri che non ascoltavo solo ed esclusivamente musica dance. Come mi vergognavo di dire che leggevo La divina commedia, visto che non andavo più a scuola e non volevo apparire un falso studente (io, sciocco, incosciente e immaturo).
Ma torniamo al film, che mi ha dipinto e musicato (musica originale dei Queen) la storia di quello che è stato tra i migliori frontman in assoluto, e col suo baritono aveva la facoltà di passare da un basso rasoterra ad un alto stellare con una scala armoniosa e limpida, ed è considerato dai più l’eccellenza delle voci del rock conosciuto.
Bohemian Rhapsody, titolo del film che racchiude giustamente la storia di questo favoloso gruppo, ed il perché lo sanno probabilmente gli appassionati, lo ipotizzano coloro ai quali piacciono le tracce dei Queen, ma se tu non fai parte né dell’uno né dell’altro insieme di persone, ti consiglio gioioso di andare al cinema, poiché si vive gran parte delle relazioni sociali delle band che agli occhi dei più erano invisibili. Forse supposte, dopo che le hanno ascoltate nelle interviste ai musicisti e quindi immaginate, ma il vederle interpretate validamente, ce le fa vivere, entrando nei nostri mondi celebrali uniti al cuore.
Se sei appassionato o ti piacciono i Queen, non c’è bisogno che io ti suggerisca di andarci; già sai di volerlo fare o lo hai già fatto.
Se… quanti se… hai saldato il tuo debito ripetutamente, hai scontato la tua pena e non hai commesso alcun crimine e di grossi errori ne hai commessi pochi, sappi che…
We are the Champion
1 Comment
Yann
14 dicembre 2018Grazie. Infatti mi pareva.https://modernposturecorrector.com/
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